New York 28 agosto 2022 by Bob Woodard
Nel corso del classico discorso annuale a Jackson Hole, nello stato del Wyoming, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, a dichiarato che: "Useremo vigorosamente tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per domare l'inflazione".
"La Fed continuerà ad aumentare il tasso di sconto con tale energia da riflettersi negativamente sui cittadini americani, ma è un sacrificio necessario per non lasciare che il potere di acquisto venga eroso in maniera ireversibile, causando scontri sociali di ogni tipo e in ogni città d'America".
"Più l'inflazione resta alta più sarà un problema", ha detto il numero uno della Federal Reserve nel suo tanto atteso - e breve - discorso politico annuale a Jackson Hole, nel Wyoming, dove ha affermato che la Fed userà "con determinazione" gli strumenti a sua disposizione al fine di continuare a combattere la fiammata dei prezzi che si stanno adesso superando il loro livello più alto dagli ultimi 40 anni. Ripristinare la stabilità dei prezzi
richiederà un pò di tempo", ha precisato. "Mentre i tassi di interesse più elevati, la crescita più lenta e le condizioni del mercato del lavoro più flessibili faranno scendere l'inflazione, ci sarà un impatto negativo anche sulle tasche delle famiglie e delle imprese", ha detto Powell. "Questi sono gli sfortunati costi della riduzione dell'inflazione. Ma un fallimento nel ripristinare la stabilità dei prezzi sarebbe ancora peggio per l'economia".
La reazione negativa di Wall Street
Ancora parole da falco dunque per il banchiere centrale, che guardando a settembre ha lasciato la porta aperta a un aumento dei tassi di 75 o 50 punti. Wall Street ha reagito male all'indicazione della linea da parte del presidente della Fed, con gli indici orientati in negativo: Nasdaq -1,5%, Dow Jones -1%, S&P500 -0,17% attorno alle 16:30 ora italiana.
Inflazione negli Usa ha raggiunto il picco? Powell: la riporteremo al 2%
Le osservazioni di Powell arrivano insieme a segnali dai dati che mostrano un'inflazione che potrebbe aver raggiunto il picco, anche se non mostra segni marcati di declino. Due indicatori attentamente monitorati comel'indice dei prezzi al consumo e l'indice dei prezzi delle spese per consumi personali, usciti venerdì 26, hanno mostrato che l'inflazione è variata di poco a luglio (+0,1% e +6,3% in un anno), in gran parte a causa di un forte calo dei costi energetici. Allo stesso tempo, altre aree dell'economia stanno rallentando. L'edilizia abitativa, in particolare, sta diminuendo rapidamente e gli economisti si aspettano che l'enorme aumento delle assunzioni nell'ultimo anno e mezzo probabilmente si raffredderà.
Le mosse di settembre della Fed
La portata del rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve di settembre dunque "dipenderà dall'insieme dei dati che giungeranno e dall'evolversi delle prospettive", ha spiegato Powell lasciando la porta aperta fondamentalmente a due ipotesi: un altro aumento da 75 punti base, come a luglio, o uno da 50 punti base.
Tuttavia, Powell ha avvertito che l'attenzione della Fed si concentra oltre l'orizzonte di un mese o due di dati. "Stiamo spostando la nostra posizione politica intenzionalmente a un livello che sarà sufficientemente restrittivo da riportare l'inflazione al 2%", ha affermato. "Il miglioramento su un singolo mese non basta al board per essere fiduciosi che l'inflazione si stia abbassando", ha sottolineato Powell, "dobbiamo continuare fino a quando il lavoro non sará finito".
Guardando al futuro, il leader della banca centrale ha aggiunto che "il ripristino della stabilità dei prezzi richiederà probabilmente il mantenimento di una posizione politica restrittiva per qualche tempo. La documentazione storica mette fortemente in guardia contro l'allentamento prematuro della politica". "A un certo punto - ha poi aggiunto - con la linea monetaria che si inasprirà ulteriormente, è probabile che diventi opportuno un rallentamento del ritmo degli aumenti" dei tassi. (riproduzione riservata)
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