CORTINA d'Ampezzo 29 gennaio 2023
Nessun altro hotel in Italia ha mai subito l'umiliazione di essere vigilato a vista da una task force di pompieri sotto la supervisione del Comando provinciale dei VVF, oggi quello di Belluno e della Prefettura, come in questo caso sempre quella di Belluno diretta dal leggendario dr. Mariano Savastano. Il Grand Hotel Miramonti Majestic ha poi subito anche la ghigliottina mediatica dell'obbligo di chiusura di diverse zone del compendio immobiliare, ritenute ad altissimo rischio, come la Sala Cristallo, teatro di tanti incontri, presentazioni di libri di giornalisti e autori famosi. In quelle sale c'è da sgomberare l'intero arredo, i divani, le sedie, i mobili di legno, tutta robaccia da robivecchi dai tessuti di feltro, lana, tutti fuorilegge. La stessa spa dovrà sbarrare agli ospiti la BIOSAUNA, la sauna finlandese, il bagno turco, considerati alal stregua delle sedie elettriche, una sorta di limbo per i Dead Man Walking.Andrà giu la tendina del bar, i pesanti tendaggi della sala ristorante, materiale infiammabile, così come dovrebbero essere dismesse tutte le porte dell'albergo, fatte di legnaccio MARCIO, le moquette ammuffite dalle copiose perdite di acqua fuoriuscire da infissi marciti dalle intemperie del tempo. Ma la società GETURHOTELS è risultata responsabile di gravissime violazioni delle misure antincendio e quindi raggiunta da un provvedimento di "PERMANENZA NELLO STATO DI NON ESERCIZIO DELLE ATTIVITA'" VALE A DIRE CHIUSO.
Ma la famiglia Zanchetta non è esente dall'assumere decisioni autarchiche e ha dunque ripaerto le attività il 17 dicembre 2022, infischiandosene del provvedimento delle autorità giudiziarie, sostenendo di non aver mai ricevuto la notifica da parte dell'ufficio preposto del Comune di Cortina d'Ampezzo cosiddetto SUAP. Sta di fatto che per legge i gestori degli alberghi devono rinnovare ogni 5 anni il certificato antincendio e se vci sono delle variazioni significative comunicarlo alle competenti autorità, pena la sospensione delle attività alberghiere. Ma il degrado nell'albergo è visibile ictu oculi, la struttura è abbandonata all'incuria. Nel corso delle ultime 24 ore altre segnalazioni hanno colpito il Grand Hotel Miramonti, perchè al ground floor, al piano terreno non esistono vie di fuga, cosiddette di esodo, con porte di emergenza a norma, vale a dire con porte resistenti al fuoco REI 30 e maniglie antipanico.
L'affaire del Grand Hotel Miramonti a Cortina d'Ampezzo non finisce di incuriosire e di lanciare un allarme sulle misure di sicurezza nel settore alberghiero. la società Geturhotels è da alcune settimane al centro di polemiche furiosissime a causa di un provvedimento dei VVF di Belluno, che avrebbero imposto fin dal 26 settembre del 2022 di mantenere la struttura chiusa per adeguamento dei sistemi alle normative antincendio. La famiglia Zanchetta ha deciso di aprire comunque e il 17 dicembre 2022 . Ma il 3 gennaio 2023 un ospite intimorito dalla situazione di un solaio, avvertiva i VVF di Belluno, facendoli accorrere presso la struttura, esattamente come 12 anni fa accadde presso l'hotel Majoni, dove fu un altro ospite eroe ad avvertire i VVF che l'albergo stava prendendo fuoco. La chiamata al 115 pervenuta nella serata del 3 gennaio 2023, di fatto ha messo in allarme i Vigili del Fuoco del Comando provinciale di Belluno, segnalando come la struttura fosse aperta, anzichè chiusa come da provvedimento amministrativo. Da quel momento per obbligo di legge i VVF hano segnalato l'episodio alla Procura della Repubblica secondo quanto prescrive l'art. 347 del codice di procedura penale e quindi la prefettura dr. Mariano Savastano che il giorno seguente concordano le decisioni con il primo cittadino di Cortina d'Ampezzo, recapaitava un'ordinanza di sospensione della attività alberghiera. Scoppiava il caos alla GETURHOTELS poichè le violazioni delle norme antincendio sono colpite da provvedimenti severissimi anche con la pena dell'arresto e multe salate.Il gatto era stato preso con il topo in bocca, qualcuno, ignaro delle condizioni dell'albergo, ha salvato la vita di decine di persone, così come del resto accaduto qualche anno prima. Un colpo alla reputazione della famiglia Zanchetta che abilmente nel corso degli anni, mentre il Miramonti si avvitava in un degrado devastante, riusciva ad attrarre con il miraggio di soggiorni gratuiti l'intero gotha del giornalismo italiano. Perfino Marco Travaglio ha celebrato il compleanno del fatto quodiano con tanto di torta e candelina. Una grande abbuffata a base di soggiorni gratuiti, pranzi a sbafo nel megaristorante dei vari Bruno Vespa, Vittorio Feltri
( autore di un libello ruffianesco in difesa della famiglia Zanchetta e pubblicato sulla prima pagina di libero) , Paolo Mieli, Pippo Baudo, Federico Rampini e tanti altri. Una pratica immunitaria nei confronti del giornalismo, di chi poteva spolverare ai quattro venti le verità sulla gestione dell'albergo. Nella centrifuga mediatica, nessuno si accorgeva che quel compendio di 15 mila mq, sprofondava nell'incuria, e che le prese elettriche penzolavano dalle pareti, i segnalatori antincendio erano inservibili da decenni, i divanni continuavano a respirare nella loro lana polverosa, i tendaggi riflettevano il tempo passato, quasi specchi di un film dell'orrore.
Un caso che raddoppia, due ospiti, due eroi che salvano la vita a decine di persone forse centinaia. Dall'altra parte della bilancia, una società che nel corso del tempo ha sempre dato prova di negligenza, trascurataggine, violazione di norme primarie per la prevenzione antincendio, regole che risultano a presidio della sicurezza e la salute dei cittadini.Ma ieri come oggi, Martina Zanchetta pare infischiarsene di tutto, poichè è abituata a comprare chiunque si trovi sulla sua strada e provi a criticare la gestione della GeturHotels. Ad oggi questo modo di pensare e di comportarsi ha determinato di fatto il commissariamento da parte della prefettura del Grand Hotel Miramonti Majestic che ha concesso ai sensi del D.lgs 758/94 concedere ulteriori 45 giorni di tolleranza per adempiere alle prescrizioni indicate dai VVF per mettersi in regola. Ma l'impressione è che 45 giorni non saranno sufficienti, i sistemi elettrici di incendio e la stessa struttura del Miramonti è devastata dall'incuria. Ci si domanda come mai il Sindaco la prefettura e gli stessi vigili del fuoco abbiano revocato la sospensione della licenza alberghiera, quando vi è un precedente significativo, che sebbene abbia assolto tutti gli imputati,ha certificato con le testimonianza e le indagini, che il rispetto delle normative antincendio non è cosa che si addice alla famiglia Zanchetta. Lei preferisce come accaduto con l'ultimo ospite Eroe salvatore degli ospiti del Miramonti, cercare di acquistarne il silenzio, poiché la signora immagina di vivere in un feudo, quello di Cortina d'Ampezzo, risucchiato non dagli schemi giuridici dell'autonomia, ma da quelli personali arroganti di un sistema di autarchia, a cui nel principato delle dolomiti, pare appartenere anche alla famiglia Menardi, altri autoctoni, che nel corso dei prossimi giorni dovranno spiegare alle autorità se anche la loro documentazione sia effettivamente in regola.
LA CRONACA DELL'INCEDIO DELL'HOTEL MAJONI NEL LONTANO 2011.
Majoni, quasi sette anni fa il rogo. Sta per arrivare in fondo il processo per l’incendio dell’hotel di Cortina del 28 dicembre 2011. Nell’udienza di ieri, davanti al giudice Feletto, c’è stato l’esame degli imputati: Angelo Comin (difeso da Lorenzon), che realizzò l’impianto di rilevazione e la segnalazione manuale in assenza di un progetto obbligatorio dal 1990; il direttore Roberto Mazzotti (Bonfantini), per non aver visionato le procedure del ripristino dell’impianto di rilevazione e tacitato il sistema; il tecnico della Piave antincendi Stefano Bars (Dal Pozzolo), per aver attestato positivamente i controlli dell’impianto, senza il progetto e la verifica sull’efficacia delle segnalazioni; il presidente trevigiano del consiglio di amministrazione, Efrem Erasmo Zanchetta (Trotta), per aver proseguito l’attività senza il progetto, tralasciato la formazione del direttore e per non aver isolato le varie vie di comunicazione.
Significativa soprattutto la deposizione di Mazzotti, che ha spiegato di non aver mai trovato né il manuale della centrale antincendio né documento valutazione dei rischi specifico e generale. La sera del 28, stava dormendo, quando è stato svegliato dal portiere di notte per la presenza di fumo nei piani alti. Man mano che saliva, il fumo diventava più denso. Non è stato lui a chiamare i vigili del fuoco, perché ci aveva già pensato un ospite: «Mi sono messo a loro disposizione. Meno male che non ci sono stati feriti».
Una cicca avrebbe scatenato le fiamme, ma l’allarme dell’hotel non aveva suonato, perché zittito pochi giorni prima dopo il clamore provocato da un toast bruciato al bar. Non manca più molto alla sentenza, a quasi sette anni dai fatti.
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