New York 19 agosto 2023 by dr.Matteo Corsini
Wall street New York la maledizione del Cigno Nero torna a farci visita nel corso di metà agosto. Michael Bury il mitico gestore del fondo SCION ASSET MANAGEMENT ha deciso di scommettere 1.6 miliardi in opzioni put sul mercato azionario americano. Secondo l'oracolo di Wall Street saremo vicini ad una bufera sul principale mercato finanziario mondiale. Micheal Bury aveva previsto il crollo del mercato immobiliare all'epoca di Lehman Brothers nel corso del 2008. Ma tutti sappiamo che lo predisse con molti mesi di anticipo. Sarà lo stesso anche adesso ? Oppure saremo costretti come nel 2008 a vivere per mesi con il fiato sospeso in attesa della bufera annunciata ?
Secondo la SEC americana, la Scion Asset Management, avrebbe impegnato più del 90% del portafoglio in opzioni put contro fondi che seguono lo S&P 500 e il Nasdaq 100. Le opzioni put sono contratti cosiddetti strumenti derivati, in base ai quali l’acquirente acquista la facoltà, ma non l'obbligo, di vendere un titolo (denominato strumento sottostante) a un determinato prezzo SP Strike Price entro una determinata data, a fronte di un premio non rimborsabile.
La peculiarità dell'opzione rispetto ad altri strumenti derivati consiste nel diritto di recesso del possessore, poiché non vi è obbligo di acquistare o vendere il sottostante, poichè dal mancato esercizio della opzione deriva soltanto la perdita del premio versato per acquisire il diritto di opzione. Michael Bury ha dunque scommesso contro il mercato azionario americano, ma limitatamente al premio versato effettivamente del 1.6 miliardi di controvalore indicato.
Ma quali sono i timori reali che hanno spinto Michael Bury ad esporsi in un'altra grande scommessa alla vigilia di un altro trimestre borsistico che sembrerebbe intonato ad una ulteriore crescita di utili e risultati?
Probabilmente Michael Bury ha intuito che ogni mercato finanziario che da anni viaggia con continui aumenti alla fine deve strappare al ribasso. Gli investitori prendono beneficio dei guadagni e tornano sulla riva del fiume ad attendere un altro timing per il rientro sul mercato. Ma alcune ombre si annidano sopra i mercati finanziari come l'alto livello di inflazione ( sebbene negli USA sia Core vale a dire influenzato dall'ottimo andamento della economia) e il forte costo del denaro. Una tenaglia che potrebbe far scivolare indietro anche la più forte economia del mondo e spingere la liquidità verso mercati meno attraenti speculativamente ma più solidi come quello immobiliare. Se leggiamo le mosse di Michael Bury alla luce dell inversione ad U effettuata da Warren Buffet ( ha scaricato GM per entrare sui titoli dei costruttori di case) si può intuire che il guru di Wall Street sta cercando di anticipare segnali che sono ormai piuttosto evidenti.Questa volta Michael Bury non precede nessuno, ma eventualmente si sta accodando a tanti altri investitori che hanno deciso di alleggerire le posizioni sui mercati finanziari. Certamente l'ammontare nominale della scommessa 1.6 miliardi di dollari e il pulpito da cui è stata orchestrata, ne aumentano l'importanza nelle tante comunità di investitori e presso i mass media. Se Michael Bury estende il suo pensiero al mondo, vuol dire che il terremoto è in arrivo. Ma alle volte l'economia potrebbe risultare più resiliente di qualsiasi previsione e costringere Micheal ad una sonora e dolorosa sconfitta. Del resto tutti sappiamo come Micheal gia nel corso degli ultimi mesi aveva preso posizione contro il mercato, ma fallendo miseramente. Wall Street continua a salire e potrebbe farlo ancora più velocemente se alcuni fattori negativi come la guerra in Ucraina dovessero improvvisamente migliorare. Il mercato entrerebbe in un'altra fase di euforia determinando forse altri record per la più leggendaria tana dei Lupi e per tutti gli speculatori del mondo.
Per quanto mi riguarda penso che il crollo del mercato di Wall Street potrebbe accadere soltanto in presenza di pessimi numeri delle principali industrie americane. Ma se gli utili e il fatturato continueranno a crescere sarà dififcile attendersi la disfatta del mercato.Comunque il Cigno Nero e la sua maledizione è sempre presente sui mercati. Micheal Bury è un giocatore d'azzardo e la sua ultima scommessa è un modo come un altro per fare crescere la sua fama o farlo uscire di scena per sempre.
I tempi sono maturi: Michael Burry piazza un’altra scommessa. L’investitore leggendario, diventato famoso nel 2008 per aver previsto il crollo del mercato immobiliare statunitense, ha puntato più di 1,6 miliardi di dollari sul crollo di Wall Street: sta infatti preparando un all-in simile a quello che lo aveva reso celebre quindici anni fa, quando aveva previsto il mostruoso terremoto che scosse il mondo.
Oggi lo statunitense, manager di fondi speculativi, è pronto a puntare tutto su un nuovo crash. Le sue segnalazioni hanno provocato conseguenze sul mercato finanziario statunitense che ha vissuto una sessione borsistica estremamente negativa, e si è diffuso uno stato di terrore tra gli operatori del mercato. La storia di Burry aveva ispirato il bestseller “The Big Short: Inside the Doomsday Machine” da cui è stato tratto il film interpretato da Christian Bale: “The Big Short” (La grande scommessa).
Il fiuto di Burry
Ma una sola scommessa vincente è sufficiente per garantire il fiuto di Burry? Quest’anno, sottolinea la Cnn in un’analisi, l’hedge fund manager aveva mostrato qualche insicurezza. A gennaio, su Twitter, aveva scatenato il panico con una sola parola: «Sell» (“vendete”). Mentre a marzo aveva fatto marcia indietro: «Ho sbagliato a dire di vendere». Eppure, negli ambienti finanziari, le previsioni di Michael Burry sono solitamente tenute d’occhio. Secondo un’analisi di Sure Dividend, citata dall’emittente statunitense, i trader che hanno seguito gli investimenti consigliati da Scion Asset Management, società di investimenti di Burry, negli ultimi 3 anni (tra maggio 2020 e maggio 2023) avrebbero ottenuto un rendimento annualizzato del 56%.
Insomma, non è solo il caso del 2008 a costituire la fiducia del mercato in Burry.
La Scion Asset Management
Secondo l’istituto di vigilanza delle Borse statunitense, la Security Exchange Commission, la Scion Asset Management, ha impegnato più del 90% del portafoglio in opzioni put contro fondi che seguono lo S&P 500 e il Nasdaq 100. In sostanza, le opzioni put sono strumenti derivati in base ai quali l’acquirente acquista la facoltà di vendere un titolo a un determinato prezzo, mentre l’altra parte si impegna ad acquistare il titolo se l’acquirente dell’opzione decide di esercitare il suo diritto.
Nasdaq 100
La mossa di Burry sembra azzardata, se si considera che lo S&P 500 e il Nasdaq 100 quest’anno sono cresciuti rispettivamente del 16% e del 38%. Ma, visto come è andata a finire nel 2008, le scommesse di Burry non vanno prese molto alla leggera. Per capire meglio le intenzioni di Burry, è necessario valutare le operazioni del suo fondo d’investimento. Da un lato, Scion Asset Management sta vendendo azioni di una serie di banche regionali presenti nel suo portafoglio, come quelle della First Republic Bank e della Huntington Bank PacWest, entrambe operanti in California, e quelle della Western Alliance, con sede in Arizona. Burry si sta inoltre liberando di molti titoli cinesi, tra cui JD.com e Alibaba.
Expedia Group
Dall’altro lato, l’investitore sta puntando sui settori dei viaggi, della sanità, dell’energia e dell’automotive. Nel suo portafoglio ci sono azioni di Expedia Group, Mgm Resorts, Cvs, Warner Bros Discovery e di Stellantis. Le sue scommesse ribassiste riguardano, in questo caso, gli indici azionari S&P 500 e Nasdaq 100, secondo documenti della Security Exchange Commission pubblicati a inizio settimana e diffusi dai giornali d’oltreoceano. Ma come si è mosso Burry? Tramite l’hedge fund Scion Asset Management (nato dalle ceneri di Scion Capital, il fondo speculativo con il quale Burry registrò un rendimento del 489,34% nel 2008), l’investitore ha acquisito l’equivalente di 866 milioni di dollari in opzioni put, scommettendo contro un fondo ETF che segue lo S&P 500. Lo stesso è stato fatto con un fondo che segue il Nasdaq 100: in questo caso i milioni di dollari investiti in opzioni put sono stati 739.
L'opzione put
Un’opzione put, per definizione, è un tipo di opzione che trae vantaggio dalle crisi di mercato: aumenta di valore quando un titolo scende. Il possessore di un’opzione put trae profitto quando il costo dell’opzione è inferiore alla differenza tra il prezzo di esercizio (strike price) e il prezzo dell’azione alla scadenza dell’opzione. Quest’anno l’S&P 500 e il Nasdaq 100 hanno entrambi registrato grandi guadagni e sono saliti rispettivamente del 16% e del 38%. Eppure Burry sta scommettendo più del 90% del suo portfolio su un ribasso in arrivo. Il fondo dell’investitore, intanto, ha scaricato anche gli stock di alcune banche regionali: come le 150.000 azioni di First Republic Bank (FRC), sebbene non sia chiaro se queste vendite siano avvenute prima o dopo l’acquisizione della First Republic Bank (FRC) da parte di JPMorgan Chase a maggio.
--
Comments (0)